martedì 5 agosto 2014

... e se dopo Orlando tornasse Cammarata?

Certo, è una provocazione, ma come dice il detto "al peggio non c'è fine". Per inteso, niente di personale nè con l'uno nè con l'altro, si tratta solo di fantapolitica (esiste una differenza sostanziale con la politica reale?)
Ma torniamo all'azzardata possibilità. Prima che l'azzurro tingesse il cuore dei palermitani, già altre volte il prode Orlando aveva avuto l'opportunità di amministrare Palermo, interferendo anche con le stagioni, proponendo ai suoi esordi una primavera cittadina che in tanti toccarono con mano. Non la solita sfilza di sproloqui, ai quali la politica ci ha mestamente abituati, ma una reale attività di promozione e sviluppo, sicuramente necessaria se consideriamo il periodo nero delle stragi, degli omicidi e di quanto fosse correlato.
E poi? Dopo la primavera? Venne l'estate? Forse sì, ma di certo seguirono inverni e autunni e poi ancora autunni e inverni, la primavera non la si percepì più come prima. Alla fine il vento cambiò, e per l'appunto l'azzurro pervase buona parte d'Italia, Palermo compresa. Siamo nel 2002, Diego Cammarata è il nuovo sindaco di Palermo, e i cittadini contenti del suo operato, decisero di riconfermarlo per altri 5 anni. Sappiamo tutti come finì, questa è storia. Così come storia sono le nefandezze di quei periodi, certo qualcosa di buono è stato fatto, ma anche tanto di brutto - so che potrei apparire paraculo - ma come potremmo quantificare il buono e il brutto? Forse basterebbe riuscire ad analizzare, con onestà intellettuale, la qualità della vita degli ultimi 20 anni. Ma anche 30 o 40 o qualche centinaia di anni. Insomma se ci facessimo aiutare da qualcuno dalla memoria lunga, scopriremmo che, facendo riferimento a Sciascia, l'irredimibilità di questa città esiste, e da tempo. Va aldilà della politica e dei reali interessi della città. Non riesco ancora a capire quali siano questi reali interessi visto che non si riesce a soddisfarli, nonostante saltino milioni di euro, ieri miliardi di lire. C'è una costante abitudine ad abituarsi a tutto, ma non in maniera supina, e soprattutto mai  giustificando. Eh no! A Palermo facciamo sentire la voce grossa! "Quello è un cornuto pezzo di mmm", oppure, "I politici sunnu tutti 'na cuosa, una munnizza". Quante volte li abbiamo sentiti, o meglio ancora condivisi se non espressi questi concetti?
Il fatto è vero tanto quanto l'uniformità di noi palermitani. Non vi sarà difficile reperire informazioni sulle tradizioni della nostra terra nei secoli scorsi. Ci sono elementi che ciclicamente si ripetono, praticamente un clichè. Ora, come allora, dopo aver sostenuto o avversato i titolari di turno, guardandone i risultati monta sì la rabbia, e che rabbia. Poi guardi il cielo, il sole e con un mare come quello di Mondello, pensando ad un caldo panino con panelle e crocchè (altro clichè irritante), tutto assume una connotazione più leggera, bastano un paio di "parulazze" e poi, se è anche domenica, c'è il Palermo che gioca. Li sì che ci si incazza davvero, non si tollerano errori, tutti cattivissimi, scendendo anche in strada a manifestare il disappunto per i vari allenatori o presidenti di turno. Assolutamente sacrosanto. Ma a questo punto ci si potrebbe chiedere: ma che c'entra tutto sto discorso con il ritorno di Cammarata?
C'entra, c'entra.
Proprio perchè se già da qualche mese qualcuno ha azzardato l'ipotesi che si stava meglio prima, non riferendosi al ventennio, ma al decennio forzista, pare che i paragoni tra la giunta Cammarata e quella Orlando non segnino sostanziali differenze, come se ci fosse una linea di continuità. Sono cambiati certi nomi ai vertici, alcuni dirigenti, gli assessori - qualcuno già fuori gioco - insomma la solita routine politica. E mentre cerco disperatamente di non citare "Il Gattopardo" provo ad immaginare le prossime elezioni comunali...

Considerando che; "Cu lassa a vecchia pa nova, sapi chi lassa ma nun sapi chi trova!" e non allontanandoci troppo dalla fantapolitica, vedo l'ex cavaliere ardito pronto a rimettere tutto in sesto. Miccichè tirato a lustro recupera percentuali da capogiro e al momento di designare un candidato qualcuno propone: "Ma visto quello che è successo con Ollando, perchè non ci rimettiamo a Diego?" e da lontano una voce autoritaria (uno dei sempitèrni figuri politici sempre fuori fuoco), tuona con suono echeggiante: "mmmmminchia, questa si che è una bella penzata!" Certo, questa è pura fantasia, seppur scatenata da vicissitudini che in tanti conosciamo e viviamo quotidianamente. La stessa fantasia che ti fa vedere cose che non sono quello che sembrano, o peggio, non sono quanto ti avevano detto sarebbe stato. Berlusconi non tornerà in auge, Miccichè potrà tirarsi più che a lucido, e Cammarata non potrà tornare a Palazzo delle Aquile, soprattutto perchè adesso c'è il PD. Un partito granitico, fondato su sani principi e soprattutto giovane e proiettato nel futuro. Ne abbiamo le prove, ogni santo giorno, sia in ambito nazionale che regionale. Idee chiare, sviluppo concreto. Europa, investimenti e lavoro...
(qualche secondo di riflessione)
L'Europa c'era anche prima, e non mi pare prorpio ci sia nessun senso di Unione! Gli investimenti diminuiscono, vedi FIAT oggi FCA con sedi in Olanda e UK.
E il lavoro? Il lavoro va garantito, così come le emergenze sociali. La finanziaria agosto 2014 della Regione Siciliana ha previsto, in ore recenti, un piccolo cambiamento di regole, ovvero gli stipendi dei deputati dell'ARS scavalcano le esigenze, anche sociali, di Comuni e precari. Insomma, Orlando, Cammarata o Nando Pallotti, chiunque sarà il prossimo sindaco di Palermo non fa, e non farà alcuna differenza. Qualunque cosa farà, nel bene e nel male, potremo assicurargli: un nugoletto di radicali sostenitori o una sequela di parulazze, ma poi sempre a Mondello a mangiare il panino con le panelle ce ne andremo, e se è domenica?
Già sapete. Stadio!

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