martedì 12 agosto 2014

Districarsi tra abusivi e incompetenti. Dovremo insegnare questo ai nostri figli?

Dopo il controllo del territorio sul terreno della Kalsa, tornano gli abusivi; bancarelle, tavolini, sedie e venditori ambulanti. Alcuni di loro suppongono che sia più onesto che andare a rubare perché, in fondo, "si buscano il pane". Poi ci sono i cittadini indignati, che pagano le tasse e deprecano queste attività illegittime manifestando insofferenza per le stesse, ma ci sono anche tanti cittadini che non nutrono alcun interesse su abusivismo e irregolarità, e consumano bibite e pasti, proprio in quei luoghi. Ma l'aspetto che più allarma, è l'incompetenza di chi non riesce a trovare una via civile per risolvere la questione, navigando tra una condizione di lunga assenza di controlli sul territorio e un flebile risveglio caratterizzato da alcuni blitz. Questa è la parte più pericolosa del discorso. L'incompetenza che spesso sfocia nell'ignavia, se non addirittura nella collusione. Quest'ultima considerazione scaturisce da una "voce di corridoio" forse poco attendibile, che presume una sorta di servizio informativo da parte di alcuni rappresentanti delle forze dell'ordine nei riguardi dei succitati abusivi. Non vorrei mai fosse vero. Quali riferimenti per i nostri figli? Come dovranno districarsi, crescendo, tra abusivi e incompetenti? Abbiamo visto spesso le azioni delle amministrazioni comunali, tra sindaci, assessori, funzionari e dirigenti vari, non ultima la scelta di occupare l'area del Roseto di Villa Terrasi (spesi quasi 1 milione di euro) tra Via Lazio, Viale Campania e Via Brigata Verona,  per realizzare un bel cantiere utile al passante ferroviario, con lavori che andranno avanti fino al 2017. Insomma, non riesco proprio a capire quale logica spinga certi amministratori di Palermo a queste scelte, ovviamente il problema resta mio. Ma il pensiero che da oltre vent'anni tutto peggiori è una temibile costante, che mi preoccupa e che dovrebbe preoccupare tanti cittadini, spingendoci a far sentire con viva voce, e non solo su Facebook, un'indignazione chiara e perentoria. Ma forse in città ci sono troppi amici del sindaco, o di qualche assessore o dirigente, e vari amici degli amici che preferiscono "u muriceddu vasciu". Fa più comodo, stressa meno e garantisce di più.
Dovremo insegnare questo ai nostri figli?

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